Dunque. Io non capisco. Ogni tanto salta fuori la necessità imprescindibile di fare cene. Cene. Fra colleghi intendo. Cioè, tutto l'ufficio tennico, al completo, direzione lavori e impianti. Certe volte ci penso e mi dico proprio che mi sono trovato un ottimo posto di lavoro. Ottimo proprio. Con colleghi e colleghe raffinati, eleganti... Poi dopo penso che almeno pagano discretamente bene e quindi riesco a sopportare il livello di grezzezza, grezzità, grezzaggine, grezzamento, grezzatura che spesso, moooolto spesso si raggiunge.
Se si posizionasse sulla scrivania l'eterometro, strumento in grado di rilevare il grado di eterume rilasciato dalle ghiandole dei colleghi penso che si arriverebbe ben presto al fondocorsa della lancetta. In quei momenti comincio a scuotere la testa, e se è proprio troppo per la mia pazienza me ne vado al cesso, faccio un giro, prendo un po' d'aria di fuori, faccio due chiacchere con la segretaria e poi ritorno, sperando che sia successo qualche casotto in cantiere tale per cui improvvisamente tutti i pecoroni si siano sgonfiati e siano tornati alle mansioni consuete.
Prima o poi mi troverò uno studio serio dove andare... Dove non devo mettere le scarpacce, il giubbotto vecchietto...
Dicevo delle cene. In quel clima di eterume elevato parte ogni tanto la proposta della cena. Io vi ho partecipato una sola volta. Prima delle ferie. Una roba ristretta solo a noi della società di ingegneria. Li ammetto, ci sono andato volontariamente, sapendo a cosa andavo in contro, perchè avevo bisogno di divertirmi, di sballare, e dimenticare. Per una sera. Quindi eravamo noi 6 al Bar Bianco, Parco Sempione, Milano. A digiuno. Avevo pranzato alle 12.30. Alle 22 ho cominciato a ballare quella schifezza assurda di musica ed ho smesso alle 2.30 del mattino, con tre coktail in corpo. Uno dei soci, quello del primo colloquio tra l'altro (che in sede di colloquio appunto mi ha fatto sorgere più di qualche dubbio sui suoi orientamenti...) mi ha definitivamente confermato quantomeno il fatto che lui e la sua ragazza siano una coppia aperta, mooooolto aperta dato che mi sono ritrovato una sua mano per un paio di volte in luoghi inappropriati (io avevo le difese basse, ero un attimo ubriaco...) ed ad un mio "oooh, ma che ca..oo faii" la sua fidanzata guardava e rideva.... Va beh, che roba oscena... Ed è ancora un mistero come al casello della tangenziale est alle 4 del mattino la polstrada non mi abbia fermato...
Anyway, data l'esperienza, mai più. Quindi me le sono evitate tutte, con le scuse più assurde. Quella di questa settimana era inevitabile, poi era una cosa più tranquilla, cena nel vano tecnico completato del futuro ospedale, con catering e musica. Io ho magnato e quando l'eterometro interno segnalava il livello di guardia raggiunto (alle 23 più o meno) il sottoscritto se l'è defilata, con la scusa della tesi (il giorno dopo l'avevo libero per andare al poli). E meno male, a giudicare dai racconti...
E domani? un'altra! tipo quella di quest'estate. Oddiiiioooooooo.... No grazie.... Ho già dato.
Ma dico. Ma fra colleghi è proprio strettamente indispensabile tutta sta voglia di mangiare, bere, tutti allegramente, tutti insieme... sparare stupidate con una frequenza che raggiunge quella del la nel rigo, minimo 440 Hz... ad un livello superiore?
Mah...
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4 commenti:
nel mio ufficio non organizziamo mai cene di lavoro.
sarà che siamo solo in due e sarebbe un po' strano.
oddioooo Byb....ahahahahah!!!!
il capo c'è pure rimasto male perché gli ho portato una bottiglia di vino...
quindi si potrebbe pensare che avrebbe preferito che lo avessi portato fuori a cena... (ma ho azzeccato i congiuntivi?)
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