Ho guardato or ora la puntata di Che tempo che fa dedicata a Bocelli. Non perchè impazzisca per la sua musica (lo apprezzo ma non lo seguo, anche se ammetto che ora sto scrivendo sulle note di Con te Partirò, che dire... impazzisco per le note del corno che contrappunta gli archi, corno che è il mio amore strumentistico di sempre anche se ho studiato altro).
Ero incuriosito dal duetto con la Litizzetto, che adoro.
Diciamocelo Elli, sei nel periodo della tua vita in cui forse ti stai pentendo di non aver finito il conservatorio.
Ma pentirsi di questo non serve a nulla, lo capisco benissimo.
Magari, in futuro, avrò voglia di riprendere a studiare clarinetto sul serio e chissà, magari prenderò anche il diploma.
In realtà diciamocela tutta un'altra volta Elli.
La voglia di ripartire a studiare è tanta. Riprenderei domani subito.
Questa sera arrivato a casa ho rimontato il mio RC e ho lasciato entrarvi il fiato, e scorrere le dita, più di legno le dita che lo strumento ormai. Ma cazzo. Ho il suono di sempre. Lievemente scuro e pastoso, ma non pesante. Dio quanto ci ho studiato sopra. E poi anche le dita, a poco a poco si sono sciolte, e scorrevano abbastanza fluide sugli arpeggi finali del Gran Duo di Weber. Il problema è lo staccato ma quello lo è sempre stato, anche quando studiavo 6-7 ore al giorno per il diplomino...
Una marea di ricordi mi ha travolto.
Il concerto al Teatro Bibiena di Mantova, un gioiellino architettonico fantastico, la GranPartita di Mozart in cui ho suonato il Corno di bassetto (successo allucinante di pubblico e critica per il mio conservatorio comasco), il concerto da solista ai saggi di fine anno, con Gagnebin, Andante et Allegro, accompagnato dalla mitica Claudia Bracco, eseguito alla perfezione, tanto che neanche agli esami sono riuscito ad eseguirlo così, gli esami appunto, in cui avevo un suono da paura ed in cui, cavolo, un 10/10 finale mi ha ripagato di anni di sacrifici.
Ricomincerei domani. Quindici giorni per sciogliere dita e staccato, e poi un anno per preparare gli studi di virtuosismo, il trasporto, la lettura a prima vista, la parte di musica di insieme, il programma da concerto con almeno Finzi, concerto per cl e orch, oppure Hindemith concerto per cl e orch, oppure Copland, concerto per cl e orch, e poi Jean Francaix, Tema e Variazioni, oppure Castelnuovo-Tedesco, la meravigliosa ed introvabile Sonata e così via...
Peccato che domani ho l'ufficio, la cena del cantiere e la solita tiritera....
Resta un sogno nel cassetto. Il cassetto del comodino, sempre li vicino, quando dormi.
E' un po' come per quel corso di fotografia a cui vorrei dedicarmi seriamente. Anche se, finire gli studi musicali è tutta un'altra cosa. Sarebbe come risolvere un conto aperto con la mia esistenza.
Mi mancano poi le cose a corollario, aggirarmi per i corridoi dell'edificio austero che ospita il conservatorio, nel quale da ogni stanza arrivava il suono di uno strumento diverso: i timpani, la voce, il contrabbasso, il fagotto, la marimba, l'arpa, la viola... e sbirciare le prove d'orchestra in auditorium...
Questa è la serata in cui mi piace crogiolarmi nei ricordi, e così li scrivo. Poi boh, magari cancellerò questo post ma fa nulla.
Ora sono contento di aver scritto queste cose.
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4 commenti:
Molto bello il tuo post e io poi invidio sempre tanto (in modo benevolo, chiaro) chi conosce la musica. Io ne sono un grande appassionato, soprattutto d'opera, ma non leggo una nota.
Ciao, Ale
zenpercaso.splinder.com
Grazie Ale.
E' bello conoscere persone ugualmente appassionate
Lacrimuccia! Ben tornato Arci, con la tua sensibilità ed i tuoi sogni nel cassetto. Non cancellare il post perchè fra qualche tempo ti capiterà di rileggerlo...e sai che effetto ti farà?!...lascialo qui per te e per noi!
bacio!
Elfo!
Un abbraccio!
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