credevo di non saperci più andare dopo le "splendide" evoluzioni dell'ultima volta in cui sono uscito in deriva col 470, il 25 aprile: nell'ordine, vento da nord e dalle valli (sono un velista della mutua io, quindi lo odio), barca vecchietta che per regolare caricabasso o per cazzare la drizza di quella mutanda di fiocco ci voleva una gru, io che avevo addosso una stanchezza intrinseca.... morale successe una bella scuffia a 180 con discesa di deriva...
sabato è stato diverso, ho reincontrato gli amici di mesi di passate bordeggiate, e quindi armato il 420 BB fuori per metà pomeriggio, a risalire il vento, a ridiscenderlo, a far planare quella barchetta, con quel vento, quella Breva che era una meraviglia.
Avevo anche sabato una stanchezza intrinseca, per gli errori che uno combina, per l'ingenuità che ogni tanto salta fuori, per il morale a terra.
Ma almeno per qualche ora ho riacquisito sicurezza e fiducia nelle cose.
Magari è stato solo placebo.
2 commenti:
Ciao Arciere Remoto!
Sono capitato per caso sul tuo blog e sono molto contento!
Mi piace, forse perchè sono un musicista (classico), che però voleva fare architettura e gli è rimasta la passione.
Avevo fatto anche un po' di vela (14-15 anni!)e mi è rimasta la memoria del meraviglioso sibilo che fa la barca sul filo dell'acqua.
Ovviamente sono anche gay.
Ti seguirò sempre volentieri!
Rib
@rib
Grazie!
abbiamo invertito l'ordine delle cose allora, io mi sono fermato al sesto di clarinetto, quando ho cominciato l'università, ma la passione è quella di sempre. ed ora faccio l'architetto, fortunatamente anche questo con passione(almeno per ora...;-)
Per me il bello della vela è proprio quello che dici tu, il suo suono quando fila sull'acqua ed il suono del vento sulle vele. o i delfini che ti rincorrono quando sei in crociera!
Si sa mai che si possa organizzare una bel giro allora!
A presto!
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