mercoledì 3 settembre 2008

Una cupola moderna






Credo sia uno degli edifici più belli di Corbu.

Completato postumo ed innaugurato un paio di anni fa è la chiesa di San Pierre a Firminy.
Firminy, nei pressi di Lione, è un piccolo concentrato delle corbu-opere, dall'Unitè, alla Maison de la Culture alla Eglise, appunto.
E' un'opera matura, forse giustamente la sua ultima, in cui funzionalismo, brutalismo, espressionismo delle forme arrivano a costruire un impianto tipologico semplicissimo, una aula unica di forma quadrata, coperta da una cupola, un cono che prende la luce dall'alto per portarla all'interno.
Il bello di questo edificio è che la forma acquista un carattere quando diventa un solido ibrido fra un tronco di piramide ed un cono, geometricamente tra l'altro abbastanza complicato da descrivere ma sul quale la luce sfuma i volumi in modo sublime.
Quindi arriva lo spazio interno, si costruiscono i percorsi, e la luce che entra, colorata dalle pareti che la riflette, o come una costellazione osservata di notte. Un idillio.
A me piace molto. Mi piace quel cono destabilizzato. Li sta la differenza fra il genio e gli altri. Gli altri si fermano al cono. Il genio va avanti, lo deforma, sapendo benissimo quando è il momento di fermarsi, il limite prima della schifezza.
Piacciono molto le forme disegnate sulla superficie, i cannoni di luce in sommità che ricordano quelli dell'Unitè a Marsiglia, o i comignoli di Gaudi nella Casa Milà a Barcellona, le caratteristiche aperture con i brise-soleil in cemento armato del basamento, i colori puri utilizzati per far brillare gli interni, la strada che sale e che si avvolge sull'edificio, il fatto che tutta la costruzione diventa un landmark per la città.
Piace molto perchè è una architettura non accademica, non da professore.
Verosimilmente il realizzare l'opera ai nostri giorni permetterà di poterne godere senza che essa vada in contro al degrado al quale sono destinate le altre sue opere realizzate in calcestruzzo a vista. D'accordo, mi si potrà dire che la patina del trascorrere del tempo su di esse conferisce loro qualcosa di speciale. Ed, oltretutto, in alcuni scritti emerge l'idea che la contaminazione dei suoi edifici da parte del tempo fosse pienamente contemplata, quasi un refuso nostalgico dei tempi del suo Gran tour in Grecia ed Italia.
Beh, io dico la mia e preferisco poter godere dell'edificio pulito dalle tracce del tempo, godere del colore bellissimo del cemento liscio a vista, e di come questo colore cambia con la luce e con la pioggia

Ah, le foto non sono mie. sono prese dal web.

Spero di andarci presto;-)

4 commenti:

ribaldo ha detto...

Se non vuoi andarci da solo e proprio non trovi nessuno io ti accompagno volentieri!!

Billi ha detto...

Guarda che ci conto allora!

ribaldo ha detto...

Ci conto anch'io!
(tanto in queste plaghe desolate non troverei nessuno!!)
ribaldo08(chiocciola)hotmail.it

Billi ha detto...

aggiunto!