Ieri è stata una serata bellissima.
Ti attendevo li, in via Senato, all'imbocco di via S. Andrea. Una tua telefonata mi dice che sei in ritardo, preoccupatissimo che la cosa possa darmi fastidio. Ma va! ti continuo a ripetere! E' venerdì sera, una bella serata di metà settembre che può essere spesa fino a tarda notte. Non c'è la levataccia il giorno dopo. Così, aspettandoti, mi metto a ciodolare per Via dell Spiga e tutto il circondario. Mi piace la Milano silente. La Milano senza le schure, senza il plotone di avvocati, commercialisti e consulenti di non si sa bene cosa che di giorno la invadono.
La Milano delle vetrine dei negozi chiusi che finalmente posso godermi senza che nessuno mi dia fastidio, di cui posso guardare in pace le cose esposte, facendo i miei acidi commentini del cazzo, selezionando cosa mi piacerebbe avere, guardando chi fa le foto ai negozi ed ascoltando ciò che dicono, e guardando i ragazzi che all'interno stanno riallestendo tutto.
La milano degli architetti notturni che si fermano davanti al negozio di Ferrè per discutere sulla bellezza delle collezioni, o semplicemente della luce sul paio di scarpe, che passeggiano assaporando l'atmosfera quasi surreale della calma.
Guardo un poco gli edifici e mi rendo conto che sono belli.
Ne sono sempre più convinto: Milano è un gioiello sprecato.
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