Oggi fuggo dall'ufficio (fuga consentita ovviamente:-) direzione paesino in provincia di Sondrio, più o meno all'una e mezza. Alle tre pizzocherata, su invito di un fornitore, per il quale è da maggio che sto facendo progettazione e che ha avuto la benvenuta idea di invitarmi su in sede per ringraziarmi. Proprio non me l'aspettavo.
Ed i pizzocheri, che buoni...
Domani vado a correre, promesso, ed anche in piscina, per smaltire tutto il burro, il bitto fuso in cui la pasta di grano saraceno era immersa...
Alle cinque e mezza riprendo la rotta di casa, con la mia macchinina gialla e grigia che rimane al solito nel traffico della statale fino all'imbocco della superstrada. Presa la superstrada però devio immediatamente per Colico. Da li risalgo il lago fino a Sorico e poi a Gera Lario.
Mi fermo al porto di Gera dove il Gianca ha il suo Mousquetaire. E faccio un giretto per tutti i moli, a guardarmi le barche.
Adoro i porti. Anche quelli piccoli. Ovviamente tutto era semideserto, nessuna barca in arrivo e nessuna in uscita. Un lieve senso di nostalgia mi pervade e rimango li, ad assaporarlo.
Poi mi stufo, e decido che è tornato sul serio il momento di rientrare a casina.
Sono quasi le sette. E' meglio che me ne torni sul serio.
Mi appunto qui il link di questo blog, non più aggiornato, ma dal quale mi piace ogni tanto leggiucchiare i racconti di mare che il suo proprietario, uno skipper, vi appuntava.
Mi piace pensare che lui non vi scriva più sopra perchè abbia deciso di partire, e di viaggiare, mantenedosi come unica dimora una barca con un telo bianco sopra.
Racconti di mare e di costa
venerdì 19 dicembre 2008
Dubai e le vele
Ieri una amica è tornata da Zanzibar.
E mi ha descritto le vele locali, i dhow.
Ho trovato su un blog alcune foto di queste imbarcazioni riprese a Dubai.
Le foto sono molto belle, le barche bellissime, ed il contrasto fra i loro colori, le loro forme ed il paesaggio ancor più bello.
Che voglia di mare.
giovedì 18 dicembre 2008
Cene cene cene....
Dunque. Io non capisco. Ogni tanto salta fuori la necessità imprescindibile di fare cene. Cene. Fra colleghi intendo. Cioè, tutto l'ufficio tennico, al completo, direzione lavori e impianti. Certe volte ci penso e mi dico proprio che mi sono trovato un ottimo posto di lavoro. Ottimo proprio. Con colleghi e colleghe raffinati, eleganti... Poi dopo penso che almeno pagano discretamente bene e quindi riesco a sopportare il livello di grezzezza, grezzità, grezzaggine, grezzamento, grezzatura che spesso, moooolto spesso si raggiunge.
Se si posizionasse sulla scrivania l'eterometro, strumento in grado di rilevare il grado di eterume rilasciato dalle ghiandole dei colleghi penso che si arriverebbe ben presto al fondocorsa della lancetta. In quei momenti comincio a scuotere la testa, e se è proprio troppo per la mia pazienza me ne vado al cesso, faccio un giro, prendo un po' d'aria di fuori, faccio due chiacchere con la segretaria e poi ritorno, sperando che sia successo qualche casotto in cantiere tale per cui improvvisamente tutti i pecoroni si siano sgonfiati e siano tornati alle mansioni consuete.
Prima o poi mi troverò uno studio serio dove andare... Dove non devo mettere le scarpacce, il giubbotto vecchietto...
Dicevo delle cene. In quel clima di eterume elevato parte ogni tanto la proposta della cena. Io vi ho partecipato una sola volta. Prima delle ferie. Una roba ristretta solo a noi della società di ingegneria. Li ammetto, ci sono andato volontariamente, sapendo a cosa andavo in contro, perchè avevo bisogno di divertirmi, di sballare, e dimenticare. Per una sera. Quindi eravamo noi 6 al Bar Bianco, Parco Sempione, Milano. A digiuno. Avevo pranzato alle 12.30. Alle 22 ho cominciato a ballare quella schifezza assurda di musica ed ho smesso alle 2.30 del mattino, con tre coktail in corpo. Uno dei soci, quello del primo colloquio tra l'altro (che in sede di colloquio appunto mi ha fatto sorgere più di qualche dubbio sui suoi orientamenti...) mi ha definitivamente confermato quantomeno il fatto che lui e la sua ragazza siano una coppia aperta, mooooolto aperta dato che mi sono ritrovato una sua mano per un paio di volte in luoghi inappropriati (io avevo le difese basse, ero un attimo ubriaco...) ed ad un mio "oooh, ma che ca..oo faii" la sua fidanzata guardava e rideva.... Va beh, che roba oscena... Ed è ancora un mistero come al casello della tangenziale est alle 4 del mattino la polstrada non mi abbia fermato...
Anyway, data l'esperienza, mai più. Quindi me le sono evitate tutte, con le scuse più assurde. Quella di questa settimana era inevitabile, poi era una cosa più tranquilla, cena nel vano tecnico completato del futuro ospedale, con catering e musica. Io ho magnato e quando l'eterometro interno segnalava il livello di guardia raggiunto (alle 23 più o meno) il sottoscritto se l'è defilata, con la scusa della tesi (il giorno dopo l'avevo libero per andare al poli). E meno male, a giudicare dai racconti...
E domani? un'altra! tipo quella di quest'estate. Oddiiiioooooooo.... No grazie.... Ho già dato.
Ma dico. Ma fra colleghi è proprio strettamente indispensabile tutta sta voglia di mangiare, bere, tutti allegramente, tutti insieme... sparare stupidate con una frequenza che raggiunge quella del la nel rigo, minimo 440 Hz... ad un livello superiore?
Mah...
Se si posizionasse sulla scrivania l'eterometro, strumento in grado di rilevare il grado di eterume rilasciato dalle ghiandole dei colleghi penso che si arriverebbe ben presto al fondocorsa della lancetta. In quei momenti comincio a scuotere la testa, e se è proprio troppo per la mia pazienza me ne vado al cesso, faccio un giro, prendo un po' d'aria di fuori, faccio due chiacchere con la segretaria e poi ritorno, sperando che sia successo qualche casotto in cantiere tale per cui improvvisamente tutti i pecoroni si siano sgonfiati e siano tornati alle mansioni consuete.
Prima o poi mi troverò uno studio serio dove andare... Dove non devo mettere le scarpacce, il giubbotto vecchietto...
Dicevo delle cene. In quel clima di eterume elevato parte ogni tanto la proposta della cena. Io vi ho partecipato una sola volta. Prima delle ferie. Una roba ristretta solo a noi della società di ingegneria. Li ammetto, ci sono andato volontariamente, sapendo a cosa andavo in contro, perchè avevo bisogno di divertirmi, di sballare, e dimenticare. Per una sera. Quindi eravamo noi 6 al Bar Bianco, Parco Sempione, Milano. A digiuno. Avevo pranzato alle 12.30. Alle 22 ho cominciato a ballare quella schifezza assurda di musica ed ho smesso alle 2.30 del mattino, con tre coktail in corpo. Uno dei soci, quello del primo colloquio tra l'altro (che in sede di colloquio appunto mi ha fatto sorgere più di qualche dubbio sui suoi orientamenti...) mi ha definitivamente confermato quantomeno il fatto che lui e la sua ragazza siano una coppia aperta, mooooolto aperta dato che mi sono ritrovato una sua mano per un paio di volte in luoghi inappropriati (io avevo le difese basse, ero un attimo ubriaco...) ed ad un mio "oooh, ma che ca..oo faii" la sua fidanzata guardava e rideva.... Va beh, che roba oscena... Ed è ancora un mistero come al casello della tangenziale est alle 4 del mattino la polstrada non mi abbia fermato...
Anyway, data l'esperienza, mai più. Quindi me le sono evitate tutte, con le scuse più assurde. Quella di questa settimana era inevitabile, poi era una cosa più tranquilla, cena nel vano tecnico completato del futuro ospedale, con catering e musica. Io ho magnato e quando l'eterometro interno segnalava il livello di guardia raggiunto (alle 23 più o meno) il sottoscritto se l'è defilata, con la scusa della tesi (il giorno dopo l'avevo libero per andare al poli). E meno male, a giudicare dai racconti...
E domani? un'altra! tipo quella di quest'estate. Oddiiiioooooooo.... No grazie.... Ho già dato.
Ma dico. Ma fra colleghi è proprio strettamente indispensabile tutta sta voglia di mangiare, bere, tutti allegramente, tutti insieme... sparare stupidate con una frequenza che raggiunge quella del la nel rigo, minimo 440 Hz... ad un livello superiore?
Mah...
mercoledì 17 dicembre 2008
Jeff Anderle
Lui è nella top ten di quelli più bravi. Anzi no. Bravissimi.
Al basso, al clarinetto... dategli in mano qualsiasi cosa e lui ne tira fuori un suono sublime
lunedì 15 dicembre 2008
Io e la Musica
Ho guardato or ora la puntata di Che tempo che fa dedicata a Bocelli. Non perchè impazzisca per la sua musica (lo apprezzo ma non lo seguo, anche se ammetto che ora sto scrivendo sulle note di Con te Partirò, che dire... impazzisco per le note del corno che contrappunta gli archi, corno che è il mio amore strumentistico di sempre anche se ho studiato altro).
Ero incuriosito dal duetto con la Litizzetto, che adoro.
Diciamocelo Elli, sei nel periodo della tua vita in cui forse ti stai pentendo di non aver finito il conservatorio.
Ma pentirsi di questo non serve a nulla, lo capisco benissimo.
Magari, in futuro, avrò voglia di riprendere a studiare clarinetto sul serio e chissà, magari prenderò anche il diploma.
In realtà diciamocela tutta un'altra volta Elli.
La voglia di ripartire a studiare è tanta. Riprenderei domani subito.
Questa sera arrivato a casa ho rimontato il mio RC e ho lasciato entrarvi il fiato, e scorrere le dita, più di legno le dita che lo strumento ormai. Ma cazzo. Ho il suono di sempre. Lievemente scuro e pastoso, ma non pesante. Dio quanto ci ho studiato sopra. E poi anche le dita, a poco a poco si sono sciolte, e scorrevano abbastanza fluide sugli arpeggi finali del Gran Duo di Weber. Il problema è lo staccato ma quello lo è sempre stato, anche quando studiavo 6-7 ore al giorno per il diplomino...
Una marea di ricordi mi ha travolto.
Il concerto al Teatro Bibiena di Mantova, un gioiellino architettonico fantastico, la GranPartita di Mozart in cui ho suonato il Corno di bassetto (successo allucinante di pubblico e critica per il mio conservatorio comasco), il concerto da solista ai saggi di fine anno, con Gagnebin, Andante et Allegro, accompagnato dalla mitica Claudia Bracco, eseguito alla perfezione, tanto che neanche agli esami sono riuscito ad eseguirlo così, gli esami appunto, in cui avevo un suono da paura ed in cui, cavolo, un 10/10 finale mi ha ripagato di anni di sacrifici.
Ricomincerei domani. Quindici giorni per sciogliere dita e staccato, e poi un anno per preparare gli studi di virtuosismo, il trasporto, la lettura a prima vista, la parte di musica di insieme, il programma da concerto con almeno Finzi, concerto per cl e orch, oppure Hindemith concerto per cl e orch, oppure Copland, concerto per cl e orch, e poi Jean Francaix, Tema e Variazioni, oppure Castelnuovo-Tedesco, la meravigliosa ed introvabile Sonata e così via...
Peccato che domani ho l'ufficio, la cena del cantiere e la solita tiritera....
Resta un sogno nel cassetto. Il cassetto del comodino, sempre li vicino, quando dormi.
E' un po' come per quel corso di fotografia a cui vorrei dedicarmi seriamente. Anche se, finire gli studi musicali è tutta un'altra cosa. Sarebbe come risolvere un conto aperto con la mia esistenza.
Mi mancano poi le cose a corollario, aggirarmi per i corridoi dell'edificio austero che ospita il conservatorio, nel quale da ogni stanza arrivava il suono di uno strumento diverso: i timpani, la voce, il contrabbasso, il fagotto, la marimba, l'arpa, la viola... e sbirciare le prove d'orchestra in auditorium...
Questa è la serata in cui mi piace crogiolarmi nei ricordi, e così li scrivo. Poi boh, magari cancellerò questo post ma fa nulla.
Ora sono contento di aver scritto queste cose.
Ero incuriosito dal duetto con la Litizzetto, che adoro.
Diciamocelo Elli, sei nel periodo della tua vita in cui forse ti stai pentendo di non aver finito il conservatorio.
Ma pentirsi di questo non serve a nulla, lo capisco benissimo.
Magari, in futuro, avrò voglia di riprendere a studiare clarinetto sul serio e chissà, magari prenderò anche il diploma.
In realtà diciamocela tutta un'altra volta Elli.
La voglia di ripartire a studiare è tanta. Riprenderei domani subito.
Questa sera arrivato a casa ho rimontato il mio RC e ho lasciato entrarvi il fiato, e scorrere le dita, più di legno le dita che lo strumento ormai. Ma cazzo. Ho il suono di sempre. Lievemente scuro e pastoso, ma non pesante. Dio quanto ci ho studiato sopra. E poi anche le dita, a poco a poco si sono sciolte, e scorrevano abbastanza fluide sugli arpeggi finali del Gran Duo di Weber. Il problema è lo staccato ma quello lo è sempre stato, anche quando studiavo 6-7 ore al giorno per il diplomino...
Una marea di ricordi mi ha travolto.
Il concerto al Teatro Bibiena di Mantova, un gioiellino architettonico fantastico, la GranPartita di Mozart in cui ho suonato il Corno di bassetto (successo allucinante di pubblico e critica per il mio conservatorio comasco), il concerto da solista ai saggi di fine anno, con Gagnebin, Andante et Allegro, accompagnato dalla mitica Claudia Bracco, eseguito alla perfezione, tanto che neanche agli esami sono riuscito ad eseguirlo così, gli esami appunto, in cui avevo un suono da paura ed in cui, cavolo, un 10/10 finale mi ha ripagato di anni di sacrifici.
Ricomincerei domani. Quindici giorni per sciogliere dita e staccato, e poi un anno per preparare gli studi di virtuosismo, il trasporto, la lettura a prima vista, la parte di musica di insieme, il programma da concerto con almeno Finzi, concerto per cl e orch, oppure Hindemith concerto per cl e orch, oppure Copland, concerto per cl e orch, e poi Jean Francaix, Tema e Variazioni, oppure Castelnuovo-Tedesco, la meravigliosa ed introvabile Sonata e così via...
Peccato che domani ho l'ufficio, la cena del cantiere e la solita tiritera....
Resta un sogno nel cassetto. Il cassetto del comodino, sempre li vicino, quando dormi.
E' un po' come per quel corso di fotografia a cui vorrei dedicarmi seriamente. Anche se, finire gli studi musicali è tutta un'altra cosa. Sarebbe come risolvere un conto aperto con la mia esistenza.
Mi mancano poi le cose a corollario, aggirarmi per i corridoi dell'edificio austero che ospita il conservatorio, nel quale da ogni stanza arrivava il suono di uno strumento diverso: i timpani, la voce, il contrabbasso, il fagotto, la marimba, l'arpa, la viola... e sbirciare le prove d'orchestra in auditorium...
Questa è la serata in cui mi piace crogiolarmi nei ricordi, e così li scrivo. Poi boh, magari cancellerò questo post ma fa nulla.
Ora sono contento di aver scritto queste cose.
Sedie
domenica 14 dicembre 2008
3 giorni ad Amsterdam
Eh si. Con la mente sono ancora la. Anche se sono stati solo tre giorni. Non solo con la mente in realtà. Mi sembra di esserci fisicamente: passeggiare per le vie centrali, vicine al Dam, rivedere il Van Gogh museum, giocare come bambini al Nemo, vedere il cielo azzurro lievemente assolato riflesso nei canali, con le case tutte diverse, tutte bellissime, tutte fuoripiombo, con le ampie finestre senza tende che lasciavano intravvedere gli interni, le luci soffuse riflesse dall'acqua, i momenti di relax trascorsi con davanti la cioccolata od il the fumante, la ricerca (peraltro non difficile ovvio) dei locali a tema, librerie, negozietti di ogni genere di articoli (!)...
E poi.
Fare gli scemi, come pazzi, come bambini, cantando con la voce impostata "SOOONO FIIIIIIINNNNNTEEEEEEE", oppure, ascoltarti nei tuoi sublimi acuti da soprano drammatico intonare "UUUMIDIFICATORIIIILLCOCCCIOOOOOOOO"...
riconoscere che in giro, in effetti, tutto era "UN PO' POOORRRRNOO" (manuela grazie per aver inventato il ritornellino, che abbiamo gentilmente preso in prestito:-), lo spazzolino da denti comprato da OOOOOOOHHHHHHHHHHHH......
E Poi.
L'hotel. Una meraviglia. Le luci soffuse blu o pervinca o rosse o di qualsiasi colore che illuminavano tutto, ed in particolarela doccia, il sottofondo di musica lounge, il letto bianco, enorme, la temperatura calda e.....
E poi. La cosa più importante.
Averti accanto sempre.
Sempre.
Sempre.
Potrei continuare ma... per il mio blog, va bene così.
Il resto è patrimonio nostro.
Attendo con ansia quando potremo di nuovo ricavarci dei giorni totalmente per noi, sperando che ciò sia presto. Presto.
Io e Te.
E poi.
Fare gli scemi, come pazzi, come bambini, cantando con la voce impostata "SOOONO FIIIIIIINNNNNTEEEEEEE", oppure, ascoltarti nei tuoi sublimi acuti da soprano drammatico intonare "UUUMIDIFICATORIIIILLCOCCCIOOOOOOOO"...
riconoscere che in giro, in effetti, tutto era "UN PO' POOORRRRNOO" (manuela grazie per aver inventato il ritornellino, che abbiamo gentilmente preso in prestito:-), lo spazzolino da denti comprato da OOOOOOOHHHHHHHHHHHH......
E Poi.
L'hotel. Una meraviglia. Le luci soffuse blu o pervinca o rosse o di qualsiasi colore che illuminavano tutto, ed in particolarela doccia, il sottofondo di musica lounge, il letto bianco, enorme, la temperatura calda e.....
E poi. La cosa più importante.
Averti accanto sempre.
Sempre.
Sempre.
Potrei continuare ma... per il mio blog, va bene così.
Il resto è patrimonio nostro.
Attendo con ansia quando potremo di nuovo ricavarci dei giorni totalmente per noi, sperando che ciò sia presto. Presto.
Io e Te.
giovedì 11 dicembre 2008
....UN MMMMEEESEEEEE.......
Voglio dire... uno comincia un blog così, per voglia di raccontare, raccontarsi, conoscere persone, scambiare idee, punti di vista e da dopo 4 mesi smette (per un ulteriore mesetto).... mi autofaccio gli autocomplimenti per la costanza, che non è però quella città tedesca incantevole sul lago...
Ma va bene così. Questo squarcio di mondo virtuale non ha nessuna pretesa, ma proprio nessuna. Solo un modo per riflettermi, quando ne ho voglia. Può sembrare un punto di vista un po' egoista. Ma, infondo, traduce bene ciò che di fatto sono i posticini lasciati sullo sfondo blu di prussia di queste pagine web, e cioè un semplice, divertente giochino.
Grazie Elfo per il commento al post, mi hai risvegliato dal blogtorpore!
Ed, in fondo, ne avevo proprio voglia!
Ma va bene così. Questo squarcio di mondo virtuale non ha nessuna pretesa, ma proprio nessuna. Solo un modo per riflettermi, quando ne ho voglia. Può sembrare un punto di vista un po' egoista. Ma, infondo, traduce bene ciò che di fatto sono i posticini lasciati sullo sfondo blu di prussia di queste pagine web, e cioè un semplice, divertente giochino.
Grazie Elfo per il commento al post, mi hai risvegliato dal blogtorpore!
Ed, in fondo, ne avevo proprio voglia!
mercoledì 12 novembre 2008
lunedì 10 novembre 2008
Van Gogh
Che meraviglia.
Ieri ero a Brescia, a vedere Van Gogh. La mostra merita veramente la visita, poichè offre alla visione un tratto della sua opera solitamente non molto conosciuto, o almeno di cui io non conoscevo molto, e che riguarda la sua opera disegnata precedente ai suoi capolavori: diciamo grossomodo fino al 1885.
La produzione esposta si concentra primariamente sui disegni, ma alcuni primissimi capolavori dipinti costellano il percorso, come il bellissimo Uliveto, di cui alla immagine sopra.
Bellissimo.E' interessante come, in realtà, lui non fosse un disegnatore eccellente, anzi. Ed è altrettanto interessante come il sottoscritto possa permettersi di dire una cosa del genere su uno dei più grandi geni della storia dell'arte. Ma, secondo me è vero... quando cercava la copia dal vero non sempre il risultato era di livello...
In realtà poi, quando ha smesso di coltivare il tratto, il segno, lasciando plasmare dalla sua mano esclusivamente il colore il risultato è quello che vediamo sopra. oppure questo:
Un idillio di materia, colore e luce, forme. Tre ore dedicate alla mostra, poi pranzo in un ristorantino del centro, passeggiata per la città, giretto alla Città del sole, the in un bellissimo localino appena fuori il centro e poi rientro.
A coronamento di un we bellissimo.
giovedì 6 novembre 2008
O'Brien
Se mi immagino degli interni di una casa, magari della mia casa, in questo momento li penso esattamente così.
Tantissime cose appese, il camino acceso, ed un sottofondo di musica lounge, diffusa dappertutto.
Terrazza sul mare
Si, lo so che rompo le scatole con la storia che mi piace qualsiasi cosa che si affaccia sul mare ma questa terrazza proprio è un sogno.
Non so neanche dove sia ma fa nulla......
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mercoledì 5 novembre 2008
giovedì 30 ottobre 2008
Al momento
"Sentendo la musica mi preparai un whisky col ghiaccio, e lo bevvi masticando mais tostato e pistacchi. Poi feci una lunga doccia con l'acqua fresca e non mi asciugai. Girai per la casa godendomi il profumo del bagnoschiuma sulla pelle, la musica, il leggero giramento di testa per il whisky, i brividi di freddo per la brezza che entrava dalle finestre aperte"
Ecco, esattamente quello che mi piacerebbe fare questa sera, dopo questa giornata pesante
(con l'unica differenza che magari non tengo le finestre aperte visto che ci sono 6.5 gradi e la doccia la faccio calda, caldissima...)
Ecco, esattamente quello che mi piacerebbe fare questa sera, dopo questa giornata pesante
(con l'unica differenza che magari non tengo le finestre aperte visto che ci sono 6.5 gradi e la doccia la faccio calda, caldissima...)
mercoledì 29 ottobre 2008
Beethoven, dalla ottava
Questa sera ascoltavo Beethoven. Ed ho ricercato questa esecuzone dei berliner dell'ottava che è secondo me una delle migliori in assoluto.
Questo è un estratto, il dialogo fra il clarinetto ed il corno. Che suono magnifico che ha il biondino
Luoghi
Gabriele Basilico.
Questo è un promemoria per ricordarmi cosa significhi saper fotografare le cose, saper fotografare i luoghi.
Non tutto alla fine è per forza brutto. In questi scatti cose del tutto anonime, prive di carattere, nate solo per necessità appaiono quasi con un senso intrinseco.
La domanda è: questo accade solo perchè fra noi ed esse c'è il filtro della sua mente, del suo genio, oppure le cose, in fondo, sono di solito più belle di quel che pensiamo?
martedì 28 ottobre 2008
Mare
domenica 26 ottobre 2008
Intelletto
L'occasione di scrivere questo post è un po' ovvia ma tant'è. E' la puntata di Che Tempo che Fa, appena andata in onda.
Raffaele Cantone e Gianrico Carofiglio sono due magistrati. Entrambi anche scrittori. Del primo uscirà a giorni il libro "Solo per giustizia". Del secondo sono ormai noti i suoi romanzi Testimone inconsapevole, Ragionevoli dubbi, Il passato è una terra straniera, Ad occhi chiusi, Cacciatori nelle tenebre. Tra l'altro, è uno dei miei scrittori di noir preferiti, non che la cosa possa interessare ma fa nulla. Scrittore di un noire è sbagliato. Più che altro di legal novel, con uno stile particolare, meravigliosamente italiano.
Sono due uomini dei quali ammiro l'acume di intelletto, e la profondità di pensiero, che poi sono le cose che adoro scoprire nelle persone, molto più che altro.
Non una parola fuori posto, il tono della voce coerente col contenuto, sobrità nei modi, e nei gesti, mente creativa, acuta, veloce. Eleganza. Che bello. Due splendidi uomini del sud.
E la sensazione finale, quando li si ascolta, è sempre quella. Di sentirsi terribilmente ignoranti sulle cose.
Raffaele Cantone e Gianrico Carofiglio sono due magistrati. Entrambi anche scrittori. Del primo uscirà a giorni il libro "Solo per giustizia". Del secondo sono ormai noti i suoi romanzi Testimone inconsapevole, Ragionevoli dubbi, Il passato è una terra straniera, Ad occhi chiusi, Cacciatori nelle tenebre. Tra l'altro, è uno dei miei scrittori di noir preferiti, non che la cosa possa interessare ma fa nulla. Scrittore di un noire è sbagliato. Più che altro di legal novel, con uno stile particolare, meravigliosamente italiano.
Sono due uomini dei quali ammiro l'acume di intelletto, e la profondità di pensiero, che poi sono le cose che adoro scoprire nelle persone, molto più che altro.
Non una parola fuori posto, il tono della voce coerente col contenuto, sobrità nei modi, e nei gesti, mente creativa, acuta, veloce. Eleganza. Che bello. Due splendidi uomini del sud.
E la sensazione finale, quando li si ascolta, è sempre quella. Di sentirsi terribilmente ignoranti sulle cose.
Loft
Si stava parlando questa mattina su msn di come, a volte, ci si senta non al proprio posto. Come pesci fuor d'acqua. E come si voglia scrollarsi di dosso questa sensazione, una volta per tutte. Di come e quanto si voglia avere il coraggio per farlo.
Qua in provincia poi tutto questo si acuisce. Non si è liberi di essere quello che si è. E, di conseguenza, si fa fatica a diventare quello che si vorrebbe essere. E fuggire in "città" di tanto in tanto non risolve la questione. Perchè la città nella nostra nazioncina è più o meno uguale al resto.
Il problema non tocca solo chi è gay, come me. Parlavo con amici etero e la sensazione è la stessa. La medesima.
Ci sentiamo in una specie di Medioevo ellenico, quasi come se i Dori fossero appena passati a saccheggiare tutto.
E siamo nella speranza che una nuova classicità possa rinascere dalle ceneri dll'arcaismo. Con un nuovo Fidia, un nuovo Callicrate, un nuovo Ictino, un nuovo Policleto.
La conversazione è rimasta sui toni elevati fino ad un certo punto, quando poi si è stemperata in una sognante proposta, di quelle classiche ed al momento irrealizzabili.
Prendiamoci un loft, da un'altra parte, altrove, via, dove possiamo abitarci tutti insieme. Una specie di realtà come quella del film di Ozpetek Le fate Ignoranti.
Bene, detto fatto. Si stuzzica la curiosità dell'Archicoso ed il risultato è questo.
Ora sbrighiamoci a trovare un tetto su cui piazzarlo.
Qua in provincia poi tutto questo si acuisce. Non si è liberi di essere quello che si è. E, di conseguenza, si fa fatica a diventare quello che si vorrebbe essere. E fuggire in "città" di tanto in tanto non risolve la questione. Perchè la città nella nostra nazioncina è più o meno uguale al resto.
Il problema non tocca solo chi è gay, come me. Parlavo con amici etero e la sensazione è la stessa. La medesima.
Ci sentiamo in una specie di Medioevo ellenico, quasi come se i Dori fossero appena passati a saccheggiare tutto.
E siamo nella speranza che una nuova classicità possa rinascere dalle ceneri dll'arcaismo. Con un nuovo Fidia, un nuovo Callicrate, un nuovo Ictino, un nuovo Policleto.
La conversazione è rimasta sui toni elevati fino ad un certo punto, quando poi si è stemperata in una sognante proposta, di quelle classiche ed al momento irrealizzabili.
Prendiamoci un loft, da un'altra parte, altrove, via, dove possiamo abitarci tutti insieme. Una specie di realtà come quella del film di Ozpetek Le fate Ignoranti.
Bene, detto fatto. Si stuzzica la curiosità dell'Archicoso ed il risultato è questo.
Ora sbrighiamoci a trovare un tetto su cui piazzarlo.
sabato 25 ottobre 2008
venerdì 24 ottobre 2008
Dubai
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