sabato 19 luglio 2008
Arnaldo Pomodoro
Credo che non ci sia artista nelle opere del quale, in questo periodo della mia vita, mi possa così perfettamente riconoscere come quelle di Arnaldo Pomodoro.
Milano ha un piccolo gioiellino che è la sua Fondazione, la fondazione Arnaldo Pomodoro appunto.
Ci sono stato di recente. L'architettura è bellissima, daltra parte firmata da quel piccolo genio del Pier Luigi Cerri. Lo spazio bianco, l'acciaio zincato verniciato grigio chiaro fanno da contenitore ideale di quei piccoli mondi in movimento delle sue opere.
Ciò che mi piace dell'arte contemporanea è che, anche se non si parla di installazioni, in molte cose si può quasi entrare, si possono prendere in mano, e muovere. Proprio come le sue.
Anche se non si è studiato a fondo, non credo sia complicato da capire che i suoi lavori rappresentano il tentativo di materializzare sul metallo perfetto ciò che in realtà intimamente già contiene e che è milioni di volte più bello, complesso, intrigante del suo semplice involucro.
In fondo, è uno scoprire quello che in realtà è li, già scritto, ma contenuto in altre forme.
E' il "fare per via di levare".
Una metafora di ognuno di noi, per ognuno di noi, per evitare di fermarci alla scorza di bronzo liscia.
Una volta tanto bisogna andare a fondo, nelle cose.
Lo dico per me, andare a fondo in se stessi.
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