mercoledì 22 ottobre 2008

Cicli

Ed un altro ciclo volge al termine. Domani Andre si laurea. Settimana prossima la Ele. A partire da marzo, con l'altra Ele, poi è toccato a Barbara. Io con il lavoro mi sono un po' perso, ma conto di farlo a marzo (dicembre è u'utopia). E poi tocca al Fabry.
Insomma, forse siamo diventati grandi. Non sto dicendo che il titolo fa la maturità, anzi. Penso proprio il contrario. Ma pian piano ci stiamo scrollando di dosso la scuola. Poi chissa, quali saranno le strade di ogniuno.

Alcune cose per anni sono state la consuetudine giornaliera. Il treno ogni mattina, sull'ultima carrozza, perchè nella nostra stazioncina li si trovava ancora posto, la vita da pendolare, chi scendeva a bovisa, il caffè al baretto con le tazzine tutte colorate (ma quanto erano belle quelle azzurre col piattino nero...), le volte che ci si trovava fortuitamente sul tram con Marco e Antonio, la domanda rituale della sera: "che treno prendi?" E poi le sfogate reciproche, certe scene memorabili.
Nostalgia. Tutto ciò si sta dissolvendo.
Insomma, nel momento in cui le vivi le cose sembrano normali. Tutte. Anche il solo sedersi a fianco tutti insieme sul treno delle otto e parlare quei cinquanta minuti di viaggio.
Quando le ricordi, quando finiscono, le cose, le stesse cose, ti sembra di non averle mai vissute abbastanza.

Nessun commento: